La sonda Schiaparelli pare non ce l’abbia fatta. I retrorazzi si sono spenti dopo tre secondi: così ha deciso, suicida, il computer di bordo. E poi, probabilmente, inesorabilmente, è precipitata.
Insomma, Schiaparelli è caduta su Marte. E io mentre leggevo la notizia non ho potuto fare a meno di pensare: “cadere su Marte” è un’espressione bellissima, che meriterebbe di diventare idiomatica, se fosse possibile inventare espressioni idiomatiche e non aspettare che spontaneamente nascano nell’uso. Che bello cadere su Marte! È un altro modo di cadere. Vuol dire che tu su Marte alla fine ci sei arrivato. Hai sbagliato l’ultimo passo? Pazienza. Si, facciamola diventare la frase per dire: hai compiuto una grande impresa anche se all’ultimo momento qualcosa è andato storto. Iniziamo a usarla noi, se vi va, poi, chissà.