Chi sono

Mi chiamo Alessandro Parodi, sono nato a Savona nel 1978 e sono cresciuto a Celle Ligure, dove c’è tanto mare. Da un po’ di tempo vivo e lavoro a Milano. Ho una moglie veneta e avevo nonni napoletani. Da vecchio mi piacerebbe vivere a Roma, o a Calasetta, dove parlano il tabarchino, o, in alternativa, a Bar Harbor, nel Maine, dove c’è tanta marea.

Dal 1° aprile 2020 faccio parte della redazione de Il Post, dove faccio diverse cose, cercando di farle bene. Per Il Post nel 2023 ho scritto e raccontato il podcast “Il grande vecchio“, e qui ne ho parlato in tv. Da dicembre del 2018 a marzo del 2020 ho scritto principalmente di politici che litigano, ma anche della gente del Ponte Morandi e degli anni 90 che non ci sono più, a Open, il giornale fondato da Enrico Mentana.

Prima scrivevo, come blogger, su Huffington Post principalmente, anche lì, di politici che litigano, di come si raccontano e di cosa capiamo di quello che ci raccontano e su l’Unità online curavo una rubrica su una cosa che si chiamava Periscope, e, ancora, scrivevo, con una certa passionaccia, di politica. Prima prima bloggavo cose su piattaforme dei blogger antichi che non esistono più.

Mi sono laureto nel 2018 (sì, quasi quarantenne) in Lettere Moderne all’Università di Genova, vecchissimo ordinamento, con una tesi su come i giornali, ma non solo, raccontano i migranti. Dopo la laurea ho frequentato un master in scrittura per il digitale dove ho conosciuto un sacco di ragazzi in gamba. Poi, come tutto, anche il master è finito.

Prima di iniziare a fare il mestiere che sognavo di fare da bambino (eh, lo so), ho fatto quasi tutti i lavori, tipo Jack London, ma senza Klondike: e quando guardo fuori dalla finestra, guardo solo fuori dalla finestra. Sono stato molto abbronzato quando ho fatto l’ormeggiatore (per anni) e molto pallido (per anni) da cameriere, lavapiatti, aiutocuoco. Ho messo molte giacche facendo docenze (sull’Haccp, sul social live streaming), ma poche cravatte.

Come quasi tutti quelli che lavorano nei giornali, passo molto tempo su Twitter, dove perlopiù scrivo quelle che vorrebbero essere battute. In questo blog trovate cose che sono state pubblicate in giro, ma anche alcune inedite.

Ah, mi piace tanto dire che so fare solo una cosa: imparare.

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