I sabato sera domestici, talvolta, sono straordinariamente istruttivi. Puoi imbatterti nel serale di Canale5, Italia’s got talent, che quest’anno si presenta in una veste originale rispetto al format internazionale. Centro dell’attenzione della regia non sono gli aspiranti talenti nostrani, ma bensì solo ed unicamente i tre giudici che come Parche sarcastiche e brutali in un tempo, decidono dei destini degli esaminandi.
Proprio su questi concorrenti, flash estemporanei fra uno sketch e l’altro del trio, si è soffermata ieri sera la mia delirante attenzione. Se i giudici non hanno nulla della placida bonarietà parentale di un Corrado, allo stesso tempo la metamorfosi è avvenuta anche nei performers della nuova Corrida. Sparite le maschere dello scemo del paese e dell’enfant prodige del coro parrocchiale, sulla ribalta si presentano veri aspiranti professionisti dell’intrattenimento. Non, badate bene dello spettacolo, ma dello svago, puro e semplice, senza pensieri.
Li guardavo ieri sera, senza giudicarli, uomini e donne, giovani e vecchi, e in loro non potevo non vedere potenziali elettori del Partito Democratico. Non sono privilegiati, finanzieri, magnati, possidenti. Sono persone comuni che nel mezzo televisivo vedono un sogno. Più bovarismo che Videocracy. Complice (letteralmente) la crisi, non basta più apparire. Li guardavo, e mi sono chiesto: cosa potrei dire al disc-jockey-spogliarellista-sosia di Axl Roses per convincerlo a votare PD? Forse è veramente finito il tempo in cui sarebbe bastato consigliargli “La classe operaia va in Paradiso”. Forse, quel tempo, non è mai esistito. O più semplicemente è giunta l’ora di smettere di dare l’impressione di schifare il voto di Madame Bovary.
(pubblicato su pdsavona.it 15 Settembre 2013)