Io non so

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Io non so se una parte della magistratura abbia cavalcato Tangentopoli per perpetrare una propria idea di democrazia non condivisa dalla totalità degli italiani.  Non so se i condannati siano tutti colpevoli, se gli assolti siano tutti innocenti.

Io non so se la Banca Rasini riciclasse il denaro della mafia, se con quel denaro Silvio Berlusconi abbia iniziato la sua strepitosa carriera imprenditoriale. Non so se lo stesso Berlusconi abbia intrattenuto, nel corso di decenni, rapporti di sorta con Cosa Nostra.

Io non so quali siano stati i motivi che abbiano indotto il centrosinistra italiano a non affrontare mai il conflitto d’interessi, quello di Berlusconi e gli innumerevoli altri che rendono questo Paese un’assoluta anomalia. Non so quali sentimenti o riflessioni abbiano spinto Luciano Violante ad ammettere candidamente in Aula che questa strada non era stata affrontata volontariamente.

Io non so chi o per quali motivi continui da vent’anni a pugnalare alle spalle Romano Prodi, l’unico esponente del centrosinistra italiano che sia riuscito non solo a sconfiggere il Cavaliere, ma anche a dare una speranza in un’Italia diversa. Non so chi siano i 101 che non l’hanno voluto come Presidente della Repubblica, preferendogli le Larghe Intese.

Io non so se Berlusconi abbia sfruttato Ruby, se Ruby sia una prostituta, se lo stesso Berlusconi abbia frodato il fisco (non lo so, ma è una verità giuridica), corrotto parlamentari e giudici, se sia stato iscritto alla P2 o se abbia mentito sulla sua iscrizione. Non so le cosiddette leggi ad personam, i lodi e i legittimi impedimenti abbiano valore giuridico assoluto o siano soltanto le scappatoie di un lestofante.

Io non so perché l’Italia, che ripudia la guerra, abbia voluto far alzare i propri bombardieri contro un paese sovrano, e l’abbia fatto quanto al Governo c’era il più carismatico ed autorevole dei leader del centrosinistra. Non so se quel leader abbia agito negli ultimi vent’anni, in  ogni sua dichiarazione, in ogni suo ordine, per l’interesse del Paese.

Non so se quest’oggi la Giunta per le elezione voterà contro le pregiudiziali mosse dal PDL. Non so se voterà per la decadenza, nè se lo farà l’Aula. Non so se i provvedimenti per la scuola di questo governo saranno efficaci, se abolire l’IMU sia stata una scelta equa. Non so se si possano trovare le risorse per abbassare il cuneo fiscale e non so se lo spread sia un indicatore attendibile. Non so se cadrà il governo. Non so se l’Europa sia madre o matrigna, né se la Siria abbia armi chimiche, e nemmeno se ad usarle sia stato Assad o i ribelli. Non so se Papa Francesco sia un pontefice illuminato.

Io non so. Non so praticamente nulla. Non so, ma ho le prove. Mi basta andare in un bar, attraversare un mercato, ascoltare i clienti sul mio posto di lavoro. Dallo studente all’imprenditore, dall’operaio al commerciante, dal disoccupato al pensionato una sola voce, una sola parola: basta. Basta con Berlusconi e i suoi processi,  dicono anche quelli che l’hanno sempre votato (perché non voterebbero mai gli altri), e basta anche con le nostre mezzecalzette (cfr. Lia Celi, qui) che in vent’anni non sono stati in grado di costruire un’alternativa. Il popolo minuto non odia la politica, né il politico: è un luogo comune. Odia questo inconcludente e autoreferenziale chiacchiericcio da talkshow. Lontano anni luce dalla realtà. Quella dei poveri, quella dei ricchi, quella di tutti.

Io non so se debba cadere il Governo. Ma so che finché esisterà sarà ricattabile da Berlusconi e da chi regge il gioco alla perpetrazione della sua Era, da una parte e dall’altra. E questo lo sapevamo fin dal principio.

(pubblicato su pdsavona.it 10 Settembre 2013)

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