Il colmo della misura

Per il Capo dello Stato i proclami del PDL, pardon, di Forza Italia, sono “inquietanti”. Enrico Letta chiede una “verifica” davanti Consiglio dei Ministri e al Parlamento. In pratica credo che il Premier voglia verificare se le prese di posizione dei berluscones a proposito di dimissioni collettive dalle Camere siano da considerarsi più o meno seriamente inquietanti. Posso anticiparlo io al Presidente del Consiglio, lo sono. Indipendentemente se si tratti di un bluff o meno. La misura è colma. E lo scrivo solo per quelli che avevano pensato che ci fosse una misura, una linea sotto la quale si poteva accettare un’alleanza con il Popolo delle Libertà (sic). Non la misura colma, ma il colmo della misura.

Martedì si aprirà la crisi di Governo? Se sì non sarà certo per iniziativa dei parlamentari azzurri che puntualmente faranno un passo indietro prima del baratro. Ma il PD? Può continuare a governare in queste condizioni? Diremo un’altra volta “questa è l’ultima che ci fate”? Come il marito tradito per l’ennesima volta, che crede che la moglie possa cambiare? Come l’Eduardo di “Questi fantasmi” che scambia l’amante per uno spettro? Il volgo li chiama becchi felici.

Io voglio un PD che sia responsabile: si assuma la responsabilità di mettere fine a questa farsa. Gli elettori gliene saranno grati. Sia responsabile, ma anche creativo, il Presidente Napolitano e trovi vie originali per costruire una nuova maggioranza. La crisi economica non può essere la scusa per usare la democrazia come una pallina da tennis, maltrattata a racchettate sotto gli occhi del giudice di gara. Questo Governo non sarebbe neppure dovuto nascere, non con questi larghi orizzonti, non con pretese costituenti, in sfregio alla volontà popolare. Se a qualcuno dei nostri risulta così faticoso abbandonare la posizione, lo dica chiaramente: sapremo valutare per il futuro. Se a qualcuno dei nostri manca il coraggio, per spirito di responsabilità, di creare una crisi nel bel mezzo di una crisi, ricordo: se perderemo pezzo per pezzo quel po’ di dignità che c’è rimasta, la crisi più grave sarà la nostra, quella del Partito Democratico e per l’Italia, abbandonata a vocazioni populiste e massimaliste, si presenterà un futuro peggiore di quello degli ultimi vent’anni.

(pubblicato su pdsavona.it 26 Settembre 2013)

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