Da quaranta giorni, per chi ha orecchie per sentire, la soluzione al problema Governo circola in rete su due assi. Da un lato, il nostro, è stata teorizzata da Pippo Civati, deputato PD che credo non dovrebbe aver bisogno di presentazioni; dall’altro da Andrea Scanzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano vicino al M5S. La soluzione è l’uovo di Colombo. Ed è drammatico che dopo l’elezione di Boldrini e Grasso il metodo sia stato apprezzato, senza comprenderne il merito. La soluzione si chiama Piano C: un nome o una lista di nomi fuori dai partiti che possano accattivare il Movimento per la formazione di un esecutivo a termine con un preciso programma di rinnovamento (partendo magari dagli 8 punti, perché no), per cominciare insieme una nuova fase politica. Per partire, navigando a vista, del doman non v’è certezza. E’ vero, i nomi avrebbero potuto farli loro. Forse avrebbero dovuto. Ma proporre delle personalità irrifiutabili non sarebbe stata una scelta azzeccata, anche tatticamente? E’ possibile ignorare che la base vede l’accordo con il Cavaliere come l’apocalisse, la totale perdita di credibilità? I nomi che circolavano allora per un Presidente del Consiglio targato piano C, oggi ritornano per l’elezione al Colle più alto, e Grillo, nelle ultime ore apre la porta su quello che i sondaggi indicano come più gradito agli elettori del PD. Perderemo anche questa occasione? Evitiamo le sirene: diciamo sì a Rodotà e chiudiamo la partita.
P.S. Per approfondire leggi: http://www.ciwati.it/2013/03/08/il-piano-c/
(pubblicato su pdsavona.it 16 Aprile 2013)