Beppe Grillo, con il post “ispirato” a Destra Sinistra di Giorgio Gaber, tocca il grado zero della sua carriera artistica. Se vuole dire le sue piccole o grandi cose, lo faccia pure, usi tutti i gradi di turpiloquio che più lo divertono (non dimentichi la scatologia, per carità!) o i nomignoli da terza elementare, ma lasci perdere Gaber. Scherzi con i fanti , ma lasci stare i santi. E non approfitti, meschinamente, lasciatemelo dire, del fatto che il Signor G ha lasciato questo mondo, per bestemmiare una sua canzone, che in sé stessa dice già tutto, rendendola un coro da avvinazzati. Sono disgustato, sì, lo ammetto. Perché è un atto di lesa maestà nei confronti dell’Arte. Cosa aspettarsi a questo punto? Un “addio ai monti” in cui Lucia accusi la Kasta dei Don Abbondio e dei Don Rodrigo d’aver deturpato le valli comasche con una selva di pannelli fotovoltaici? (ma lui è a favore o contro, non mi ricordo mai…) O forse un nuovo Virgilio guiderà un nuovo Dante grillino nel girone delle diarie in cui i parlamentari cittadini soffriranno in secula seculorum il contrappasso del comune cittadino: l’eternità in coda alle poste. Poi toccherà a Michelangelo, a Verdi e a Leopardi. Soltanto, in piena coscienza, e consapevole d’essere sgarbato, chiedo al Signor Grillo di evitare di storpiare Pasolini: anche massacrato dalla sua ispirazione artistica volata via, sarebbe comunque troppo complesso per lei e per la pletora dei suoi assidui, sghignazzanti commentatori.
(pubblicato su pdsavona.it 19 Maggio 2013)