Io, secondo il signor Grillo, non esisto. Non esistono i miei genitori, mio fratello, la mia compagna. E i suoi genitori. Non esistevano i miei nonni e le loro fatiche. Non esistono la totalità dei miei amici, giovani e vecchi. Non esistono i miei colleghi, tanti clienti e il mare variegato delle mie amicizie virtuali. Non esistono la cassiera del supermercato, il barista e lo studente che d’estate fa il bagnino. Esiste, ma è un criminale, il pensionato dentro la Società Mutuo Soccorso che gioca a carte, bicchiere di rosso in mano.
“Il lavoro non è un problema, ci vuole il sussidio, il lavoro poi ce lo reinventiamo”. Così, durante il suo tour, anche a Savona, parlava Grillo. Questo è il suo modo di ragionare. La realtà italiana è divisa fra i Diseredati e i Privilegiati. Tutte le persone che lavorano e quotidianamente affrontano la fatica del vivere non fanno parte del suo orizzonte. Ed è un vero peccato. Perché è proprio il lavoro che vuole il cassintegrato, il disoccupato, il giovane laureato, il piccolo imprenditore che perde tutto. Non c’è spazio per l’Italia, quella vera, nel resoconto post elettorale del guru 5 stelle. A e B. Nient’altro. Non ci avete votato? Peggio per voi. Tenete famiglia.
P.S. Il grillino conclude ogni sua riflessione con l’imperativo “Sveglia!” Io, invece, preferisco concludere oggi con :”Studiate”. “Tenete famiglia” era uno dei concetti preferiti di Leo Longanesi. Conoscete Leo Longanesi? Era quello che scriveva “Mussolini ha sempre ragione” e “Ogni volta che sento parlare di democrazia mi viene da vomitare”. Nel mio pantheon ci sono Gramsci e Berlinguer, Eduardo e Pasolini, Gaber, De Andrè e Don Gallo. Non certo Longanesi.
(pubblicato su pdsavona.it 28 Maggio 2013)