#bravoLetta

Enrico Letta, in diretta streaming, con competenza e mestiere, asfalta Vito Creamy e Crudelia Lombardi. Il popolo dei miei following di Twitter, selezionatissimo a sinistra, esulta. In pochi secondi sembra ricucito lo strappo dell’elezione del Presidente della Repubblica: #rodotàpresidente sembra lontano anni luce. [Forse perché, contrariamente a ciò che crede parte della Direzione, dietro alle tastiere del pc non ci sono fascisti del web, ma persone che vivono, lavorano (o non lavorano), pensano e votano (spesso il PD): o forse no, e sono anch’io un fascista del web.] Poi, all’improvviso, qualcuno twitta: “Ma ci siamo già dimenticati che andremo al governo con Berlusconi?” Cala il gelo. La mia TL si immobilizza. Un silenzio digitale, come un buco allo stomaco.

Letta parla di abolizione del finanziamento pubblico ai partititi, di nuove forme di sostegno sostitutive della Cassa Integrazione (cioè il reddito di cittadinanza), di azioni in sede europea per rivedere il Fiscal Compact. Dopo la figuraccia dei suoi e il crollo elettorale in Friuli, io, se fossi Grillo alzerei il telefono, chiamerei Letta e sussurrerei: “Com’erano quegli otto punti?”

Forse non è troppo tardi. (O forse sì)

(pubblicato su pdsavona.it 25 Aprile 2013)

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